Seconda Traccia
Il viaggio e i viaggiatori
“Partire ha un senso per i ribelli, per quelli che vanno controcorrente, che non si accontentano delle spiegazioni tranquillizzanti, per chi è mosso dall’inquietudine di vivere, per chi è scettico nei confronti dei paradisi sintetici, artificiali o virtuali ed è alla ricerca della pienezza della vita
Scautismo è partire
Ogni partenza presuppone un viaggio. Ogni viaggio dei viaggiatori. Partire, viaggiare, scoprire sono l’essenza stessa dello scautismo, la sua originaria ragion d’essere.
La vita scout è un itinerario, un viaggio: dalla pista del lupetto e della coccinella fino alla strada del Rover e della Scolta si snoda un lungo appassionante cammino che conduce alla Partenza.
E’ un itinerario che prepara il viaggio e che è viaggio esso stesso. Il significato delle parole scout e rover (esplorare, girovagare) allude a questo partire, a questo mettersi in movimento per andare più lontano.
I rover e le scolte (scolta significa sentinella che scruta lontano, nella notte) sono viaggiatori che guardano lontano e che, cercando nel mondo, tentano di scoprire il significato delle cose che li circondano, le ragioni per cui vale la pena di vivere fino in fondo. In definitiva andando lontano trovano se stessi e comprendono ciò a cui sono destinati.
Ecco: partire! Partire lungo la strada. Partire verso il deserto. Partire è una follia senza senso per gli uomini arrivati, per i benpensanti, per i piccolo borghesi, per le mamme apprensive, per i precettori del catechismo, per quelli che guardano la televisione tutte le sere…
Partire, invece, ha un senso per i ribelli, per quelli che vanno controcorrente, che non si accontentano delle spiegazioni tranquillizzanti, per chi è mosso dall’inquietudine di vivere, per chi è scettico nei confronti dei paradisi sintetici, artificiali o virtuali ed è alla ricerca della pienezza della vita.
Text content
Partire
Partire è anzitutto uscire da sé
Rompere quella crosta di egoismo
che tenta di imprigionarci nel nostro “io”
Partire è smetterla di girare in tondo attorno a noi
Come se fossimo al centro del mondo e della vita
Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi
Del piccolo mondo cui apparteniamo:
qualunque sia l’importanza di questo nostro mondo
l’umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire.
Partire non è divorare chilometri
Attraversare i mari
Volare a velocità supersoniche.
Partire è anzitutto aprirci agli altri
Scoprirli, farci loro incontro, aprirci alle idee
Comprese quelle contrarie alle nostre,
significa avere il fiato di un buon camminatore.
Felice chi comprende e vive questo pensiero:
“se non sei d’accordo con me, tu mi fai più ricco”
Aver vicino a sé un uomo che sa solo dire “Amen”,
Chi è sempre d’accordo già prima che glielo chieda
Non è avere un compagno ma un ombra.
E’ possibile viaggiare da soli.
Ma un buon camminatore
Sa che il grande viaggio è quello della vita
Ed esso esige dei compagni.
Beato chi si sente eternamente in viaggio.
E in ogni prossimo vede un compagno desiderato.
Un buon camminatore
Si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi.
Intuisce il momento in cui cominciano a disperare.
Li prende dove li trova. Li ascolta.
Con intelligenza e delicatezza,
soprattutto con amore;
ridà coraggio e gusto per il cammino.
Andare avanti solo per andare per andare avanti
Non è vero camminare.
Camminare è andare verso qualche cosa;
Ma c’è cammino e cammino:
partire è mettersi in marcia
e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia
per costruire un mondo più giusto e umano.
Helder Camara
Nel libro: la seconda traccia
Elenco dei capitoli
L’arte di viaggiare (p. 46)
Scautismo è partire (p.47)
Partire (di Helder Camara) (p.48)
Ulisse (se questo è un uomo) (p.49)
Elogio della fuga (p. 52)
Geografi dell’esistenza (p.54)
Vado alla caccia del cervo dorato (p.55)
La strada (p. 56)
Il luogo di una conquista (p. 57)
La meta sono gli uomini (p.58)
Il deserto (p.59)
La tribù (p.61)
Il silenzio (p.62)
Incamminarsi (p.63)
Viaggiatori di terza classe (p.64)
Alla ricerca di un centro di gravità permanente (p. 65)
Un viaggio interiore (p.66)
C’è un solo viaggio possibile (di Andrej Tarkowski) (p. 67)
Uno zaino leggero (p.67)
Camminare (p.69)
Suggerimenti per chi si mette in cammino (p.70)
Gente di stile (p. 72)
L’hike (p.73)
L’avventura fa nascere l’uomo (p.74)
I VIAGGIATORI
Un sano senso di irrequietezza (p. 76)
Il primo rover: Paolo di Tarso (p.76)
Nel ghiaccio: Amundsen, Scott (p.78)
Shackleton e Nansen (p.78)
Deserto: terra di uomini, di lotta e di libertà (p.82)
Lawrence d’Arabia (p.83)
Michel Menu (p.84)
Camminare davanti (di Michel Menu) (p.86)
Nel cielo Amelia Earhart e Lindbergh, i piloti dell’Aeropostale (p.87)
Sulle montagne (p.90)
“Perché c’é”. La sfida di George Mallory (p.91)
Walter Bonatti, una vita più grande delle montagne (p.92)
Joe Simpson (p. 94)
Per il mare, Thor Heyerdal e il Kon Tiki (p. 95)
Eric Tabarly e il Pen Duick (p.97)
Moby Dick e il Capitano Achab (p. 98)
Nelle Terre Selvagge (p.100)
Il viaggio di ulisse continua: 2001 Odissea nello spazio (101)
EXTRA
Ingrid Betancourt
Nellie Bly
Reporters sans frontières
Albert Schweitzer
Ibn Battuta
Charles Darwin
Migranti e rifugiati
La lotta con Dio
Nel libro della Genesi (capitolo 33) c’è un racconto strano e misterioso: Giacobbe è in viaggio, è sera ed è solo, deve attraversare un fiume. E’ un momento di cambiamento (passare da una riva all’altra), come tutti i cambiamenti ricco di incognite e di inquietudini. In quel momento sopraggiunge qualcuno, non viene detto il suo […]
Albert Schweitzer
Text content
“Perché c’è”. La sfida di George Mallory
Il monte Chomolungma “la dea madre della terra” come la chiamano i tibetani è la montagna più alta della Terra. Alle nostre latitudini è meglio conosciuta come Monte Everest. In quasi un secolo di tentativi oltre mille scalatori ne hanno ormai raggiunto la vetta anche se più di 160 hanno pagato il loro coraggio con […]
Sulle montagne
“La bellezza delle cime, la libertà dei grandi spazi, il piacere rude della scalata, una familiarità ritrovata con la natura sarebbero sterili e persino amari senza l’amicizia della cordata…” “Sulla vetta, su questo riquadro di pietra nuda, noi siamo poveri: niente più da mangiare, niente più da bere: siamo poveri e ….ricchi” Ricchi di cose […]
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